lunedì 20 dicembre 2010

Vita dell'Imperatore Carlo - parte II

Carlo nacque nel 1887. Sul trono Austro-Ungarico regnava, fin dal 1848, Francesco Giuseppe e l’Imperatrice Sissi. Carlo era un loro pronipote. Era il primogenito dell’Arciduca d’Austria Ottone Francesco, nipote di Francesco Giuseppe. Nella linea di successione al trono imperiale austriaco, Carlo occupava il quinto posto. Nessuno poteva immaginare, allora, che sarebbe toccato a lui prendere il posto del mitico Francesco Giuseppe. Ma una serie di drammatiche circostanze sovvertirono tutte le logiche previsioni. L’unico figlio maschio dell’Imperatore Francesco Giuseppe e dell’Imperatrice Sissi, Rodolfo, morì misteriosamente nel 1889 a Mayerling, insieme alla sua giovane amante Mary Vetsera, senza lasciare figli maschi. Il fratello minore di Francesco Giuseppe, Massimiliano, era diventato imperatore del Messico e era stato fucilato dai rivoluzionari già nel 1867. L'arciduca Carlo Ludovico, secondo fratello di Francesco Giuseppe, morì nel 1896. Allora divenne principe ereditario l'arciduca Francesco Ferdinando, figlio di Carlo Ludovico; ma, a causa del suo matrimonio morganatico con una semplice contessa, fu costretto a rinunciare ai diritti al trono per gli eventuali figli, e ad accettare, come erede presuntivo, il proprio fratello, Otto, padre di Carlo. Ma prima morì Otto, a soli quarant’anni; poi, nel 1914, Francesco Ferdinando fu assassinato a Sarajevo. Una serie di lutti e di tragedie quindi aveva portato Carlo ad essere erede al trono.
Carlo ricevette la normale educazione che gli Asburgo riservavano ai loro rampolli: l’apprendimento delle varie lingue parlate nell’Impero, corsi ginnasiali e liceali presso l’abbazia benedettina degli “Schotten” a Vienna, e poi studi universitari a indirizzo giuridico a Praga. Ma fin da quando era un ragazzo, mostrò una grande attenzione e un profondo interesse per i valori religiosi. L’ambiente non era certo favorevole a questi valori. Suo padre, uomo affascinante ma libertino, non gli diede buoni esempi. Ma è difficile conoscere i rapporti che si instaurano nell’animo tra la persona e Dio, quando la persona risponde alla chiamata divina. E’ il mistero della vita spirituale e della santità.
A 16 anni, Carlo entrò nell’esercito e vi rimase fino alla fine della guerra, fino a quando dovette andare in esilio. Gli piaceva la vita militare. Tra i soldati si trovava perfettamente a suo agio. Era molto buono e disponibile con i suoi camerati, ai quali non solo non fece mai pesare il suo rango, bensì faceva di tutto per farsi sentire uno di loro. La vita militare è dura, a volte crudele e anche rozza. Ma come succede sempre con le persone che tendono alla perfezione, Carlo trasformava gli ambienti e le persone con i quali veniva in contatto. Non si lasciava influenzare, ma era lui che influenzava, cambiava, migliorava con la sua bontà e la sua condotta.
I suoi interventi a favore dei commilitoni erano esempi che conquistavano i soldati. Subito dopo le nozze, prestava servizio militare a Vienna. Alla vigilia di Natale seppe che un camerata desiderava tanto poter andare a casa a festeggiare con la famiglia, ma era ufficiale di picchetto e non poteva muoversi. Carlo prese il suo posto permettendo al soldato di correre a casa.
 

martedì 16 novembre 2010

Vita dell'Imperatore Carlo - parte I

Carlo apparteneva a una delle più importanti case regnanti dell’Europa, gli Asburgo, appunto. Una dinastia che ha avuto Imperatori del Sacro Romano Impero per molti secoli. Era il figlio primogenito dell’Arciduca d’Austria Ottone Francesco (nipote di sua altezza imperiale e reale Francesco Giuseppe), e di Maria Giuseppina, nata principessa di Sassonia. [...]
Pochi conoscono la storia della coppia imperiale che succedette a Francesco Giuseppe e a Sissi sul trono Austro-Ungarico, e cioè Carlo I° d’Asburgo e l’imperatrice Zita.


Eppure, Carlo e Zita, che al momento dell’ascesa al trono, nel novembre 1916, avevano rispettivamente 29 e 24 anni ed erano sposati da cinque, vissero “realmente” come Francesco Giuseppe e Sissi appaiono nella finzione filmica. La loro storia d’amore aveva proprio tutte le caratteristiche di quella raccontata nel film. Carlo e Zita erano giovani, belli, innamoratissimi, fedelissimi, la loro unione era pervasa da un romanticismo tenerissimo e vero che incantava. Ma fu una storia brevissima con un finale drammatico. Salirono al trono nel 1916, in piena guerra mondiale, e dopo due anni, alla fine della guerra, furono costretti all’esilio. Vissero altri quattro anni insieme, sempre inseparabili e felici nonostante la povertà e le ristrettezze economiche che rasentarono l’indigenza, poi Carlo, colpito da una broncopolmonite, morì a soli 34 anni



Ora, però, quella loro favola, finita in fretta e che gli sconvolgimenti politici europei degli Anni Venti avevano fatto dimenticare, è tornata alla ribalta. Ed è tornata perchè la Chiesa ha elevato alla gloria degli altari l’Imperatore Carlo I. Si viene così a scoprire che quel giovane monarca, bello, ricco, simpatico, generoso, romantico, era anche un santo. Il suo amore per Zita aveva quelle misteriose caratteristiche di tenerezza profonda, di fedeltà e di dono totali, come richiede appunto l’amore assoluto. Zita, accanto a Carlo, aveva vissuto un’esperienza sentimentale altissima, per questo, nonostante le occasioni poi incontrate, non aveva più voluto risposarsi. 

lunedì 1 novembre 2010

Lettera dell'Arciduchessa Cathalina d'Austria






Nella solennità di Ognissanti, invochiamo il Beato Carlo Imperatore d'Austria, perché protegga l'Europa e illumini le anime di tutti i politici, soprattutto di coloro più lontani dalla fede e dalla carità.
Riportiamo una parte della lettera dell'Arciduchessa Cathalina d'Austria, Contessa Secco d'Aragona, agli amici della Gebets-Liga:

"Oggi 21 Ottobre tutta la Chiesa venera il Beato Carlo nella comunione di Dio e dei Santi con la Regina degli Angeli e degli Spiriti Beati, la Vergine Maria, io mi unisco alle vostre preghiere, mi porto spiritualmente davanti a tutti gli Altari, sui quali si celebrerà, da parte di tanti Bravi Sacerdoti che ringrazio personalmente e particolarmente, il Divin Sacrificio.

Accanto al Nonno,  voglio ricordare la mia dolcissima Nonna, l' Imperatrice Zita , della quale ho tanti ricordi , i Suoi baci , le Sue carezze, le Sue parole di cielo, il Suo esempio. Anche per Lei , come sapete,  è istruita la causa di Beatificazione e la Chiesa la chiama Serva di Dio, chiedendo per Sua intercessione Grazie Celesti.
Possa questa Coppia, testimone di un grandissimo amore e di una fede  irriducibile, cogliere dal cuore di ciascuno di voi le preghiere più intime e vere , i bisogni  e i desideri più santi,  l' innocenza dei fanciulli, le speranze dei giovani, l' impegno degli adulti , la saggezza degli anziani, la sofferenza degli ammalati e tutto presentare al trono dei Re dei Re il Signore Gesù  datore di ogni Grazia,  di Pace e di Bene.

Vi ringrazio cari amici, Dio Vi Benedica. "

mercoledì 20 ottobre 2010

In onore del Beato Imperatore Carlo d'Austria

Domani 21 Ottobre è la Chiesa celebra, fra le sue schiere di santi e beati, l'Imperatore Carlo I d'Asburgo. Invochiamo l'intercessione e la benedizione per l'Europa intera.
 
Dal sito www.vatican.va

Carlo d'Austria nacque il 17 agosto 1887 nel Castello di Persenbeug nella regione dell'Austria Inferiore. I suoi genitori erano l'Arciduca Otto e la Principessa Maria Giuseppina di Sassonia, figlia dell'ultimo Re di Sassonia. L'Imperatore Francesco Giuseppe I era prozio di Carlo.
Carlo ricevette un'educazione espressamente cattolica e fin dalla fanciullezza venne accompagnato con la preghiera da un gruppo di persone, poiché una religiosa stigmatizzata gli aveva profetizzato grandi sofferenze e attacchi contro di lui. Da ciò ebbe origine, dopo la morte di Carlo, la «Lega di preghiera dell'Imperatore Carlo per la pace dei popoli», che nel 1963 divenne una comunità di preghiera ecclesialmente riconosciuta.
Ben presto crebbe in Carlo un grande amore per la Santa Eucaristia e per il Cuore di Gesù. Tutte le decisioni importanti venivano da lui cercate nella preghiera.
Il 21 ottobre 1911 sposò la Principessa Zita di Borbone-Parma. Nei dieci anni di vita matrimoniale felice ed esemplare la coppia ricevette il dono di otto figli. Sul letto di morte Carlo diceva ancora a Zita: «Ti amo senza fine!».
Il 28 giugno 1914, in seguito all'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono, in un attentato, Carlo divenne l'erede al trono dell'Impero Austro-Ungarico.
Mentre imperversava la Prima Guerra Mondiale, con la morte dell'Imperatore Francesco Giuseppe, il 21 novembre 1916, Carlo divenne Imperatore d'Austria. Il 30 dicembre venne incoronato Re apostolico d'Ungheria.
Anche questo compito venne visto da Carlo come una via per seguire Cristo: nell'amore per i popoli a lui affidati, nella cura per il loro bene e nel dono della sua vita per loro.
Il dovere più sacro di un Re - l'impegno per la pace - fu posto da Carlo al centro delle sue preoccupazioni nel corso della terribile guerra. Unico fra tutti i responsabili politici, appoggiò gli sforzi per la pace di Benedetto XV.
Per quanto riguarda la politica interna, pur in tempi estremamente difficili pose mano ad un'ampia ed esemplare legislazione sociale, ispirata all'insegnamento sociale cristiano.
Il suo comportamento rese possibile al termine del conflitto una transizione a un nuovo ordine senza guerra civile. Tuttavia venne bandito dalla sua patria.
Per desiderio del Papa, che temeva lo stabilirsi del potere comunista nella Mitteleuropa, Carlo cercò di ristabilire la sua autorità di governo in Ungheria. Ma due tentativi fallirono, poiché egli voleva in ogni caso evitare lo scoppio di una guerra civile.
Carlo venne mandato in esilio nell'isola di Madeira. Poiché egli considerava il suo compito come un mandato di Dio, non poté abdicare alla sua carica.
Ridotto in povertà, visse con la sua famiglia in una casa assai umida. Perciò si ammalò a morte, accettando la malattia come sacrificio per la pace e l'unità dei suoi popoli.
Carlo sopportò la sua sofferenza senza lamenti, perdonò a tutti coloro che avevano mancato contro di lui e morì il 1 aprile 1922 con lo sguardo rivolto al Santissimo Sacramento. Come ricordò ancora sul letto di morte, il motto della sua vita fu: «Tutto il mio impegno è sempre, in tutte le cose, conoscere il più chiaramente possibile e seguire la volontà di Dio, e questo nel modo più perfetto».